La Parola: un fuoco che trasforma

Spesso noi pensiamo alla Parola come ad un’esortazione a procedere oltre e a cambiare la nostra vita. Ma il potere pieno della Parola non consiste nel modo in cui noi la applichiamo alla nostra vita dopo che l’abbiamo udita, bensì nel potere trasformante che ne compie l’opera divina mentre noi ascoltiamo. I Vangeli sono pieni di esempi della presenza di Dio nella Parola. Personalmente, sono stato sempre commosso dal racconto di Gesù nella sinagoga di Nazareth. Lì, egli lesse dal profeta Isaia:

Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri
un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.

Dopo aver letto queste parole, Gesù disse: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con í vostri orecchi» (Lc 4,18-19.21). Improvvisamente, divenne chiaro che i poveri, i prigionieri, i ciechi e gli oppressi non sono le persone che stanno da qualche parte fuori della sinagoga, che un certo giorno saranno liberate; sono le persone che stanno ascoltando. Ed è nell’ascolto che Dio si fa presente e guarisce.

La Parola di Dio non è semplicemente una parola da applicare alle nostre vite quotidiane in una certa data che verrà: è una parola che ci guarisce attraverso il nostro ascoltare, e in esso. Ecco allora le domande che sorgono: come fa Dio a venire a me quando ascolto la parola? Dove posso discernere la mano di Dio che mi risana, che mi tocca per mezzo della Parola? In che modo la mia tristezza, il mio dolore e la mia afflizione vengono trasformati proprio nel momento dell’ascolto? Lo sento il fuoco dell’amore di Dio che purifica il mio cuore e mi dà una vita nuova? Queste domande mi guidano verso il sacramento della Parola, il luogo sacro della reale presenza Dio.

Tutto questo potrebbe a prima vista apparire del tutto nuovo ad una persona che vive in una società in cui il principale valore della parola sta nella sua applicabilità. Ma la maggior parte di noi conosce già, per lo più inconsciamente, il potere sanante e distruttivo della parola pronunciata. Quando qualcuno mi dice: «Ti amo», oppure «Ti odio», non sto ricevendo semplicemente un’informazione che posso utilizzare. Queste parole operano qualche cosa in me. Mi agitano il sangue, mi fanno battere il cuore e rendono più veloce il mio respiro. Mi fanno sentire e pensare in modo diverso. Provocano un modo di essere e mi danno una diversa conoscenza di me stesso. Queste parole hanno il potere di sanarmi o di distruggermi.

Giovanni l’evangelista descrive Gesù come la Parola di Dio che è venuta nel mondo ed ha posto la sua tenda in mezze a noi. (Gv 1,14). Egli, inoltre, ci dice che quando i discepoli incontrarono Gesù per la prima volta, gli chiesero: «Maestro, dove abiti?», e furono invitati ad andare ad abitare nella sua casa (Gv 1,38-39). Già con questo, noi siamo resi consapevoli che seguire Gesù significa cambiare posto, entrare in un nuovo ambiente e vivere insieme ad una nuova compagnia. Il senso pieno di tutto ciò nei Vangeli si chiarisce a poco a poco. Alla fine veniamo a sapere che non solo Gesù invita i suoi seguaci a vivere con lui nella medesima casa, ma è lui stesso la casa.

 

UNA PROPOSTA DI PREGHIERA

Rimani in silenzio per qualche minuto e raccogliti interiormente chiedendo a Dio la grazia del silenzio interiore. Quindi leggi lentamente la Parola tratta dal libro del profeta Isaia e lascia che ogni parola della profezia echeggi nel tuo cuore.

1Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
2a promulgare l’anno di grazia del Signore,
il giorno di vendetta del nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
3per dare agli afflitti di Sion
una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell’abito da lutto,
veste di lode invece di uno spirito mesto.
Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore, per manifestare la sua gloria.
4Riedificheranno le rovine antiche,
ricostruiranno i vecchi ruderi,
restaureranno le città desolate,
i luoghi devastati dalle generazioni passate. (Is 61)

Dopo una breve pausa di silenzio, affidiamo la nostra vita e quella del mondo intero al Signore con le parole del salmo in cui tutti possiamo riconoscerci.

SALMO 121

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.
5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

PREGHIERA CONCLUSIVA

Signore Gesù Cristo mite e umile di cuore, che rendi soave il giogo e lieve il peso dei tuoi fedeli, accogli i propositi e le opere di questa giornata e fa’ che il riposo della notte ci renda più generosi nel tuo servizio. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.