Contemplazione e azione

Carissimi, l’apostolo Pietro ci chiama a guardare alla venuta del giorno di Dio e a cercare di affrettarla. È una chiamata a guardare, a tenere gli occhi aperti, ad essere desti, all’erta, attenti e sempre vigilanti. Ma è anche una chiamata ad agire, a impegnarsi, a cercare con diligenza, a operare strenuamente, senza cedimenti. L’appello di Pietro è dunque una chiamata alla contemplazione e all’azione, al servizio del giorno del Signore che viene. Accogliamo questo invito lasciandoci guidare dall’esperienza e da alcune delle intuizioni di Thomas Merton, scrittore e monaco cristiano statunitense dell’ordine dei Trappisti. Sperando che anche questa riflessione possa giovarci, vi benedico. don Alessandro

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PER LA MEDITAZIONE

La via verso la contemplazione e l’azione

Siamo chiamati a essere contemplativi, cioè vedenti, uomini e donne che vedono la venuta di Dio. In realtà il giorno del Signore è sempre veniente. Non è una venuta che avverrà in un lontano futuro, ma una venuta qui e ora tra noi. La venuta del Signore è un evento costante intorno a noi, tra noi e dentro di noi. Diventare contemplativi significa quindi gettar via – o meglio strappare – le bende che ci impediscono di vedere la sua venuta in mezzo al nostro stesso mondo. Come Giovanni Battista, Thomas Merton ha fatto propria questa chiamata e, attraverso i suoi numerosi scritti, ha cercato di dimostrare che questa chiamata si colloca al centro della vita di ogni cristiano. Egli indica costantemente al di là di sé, verso Colui che viene, e c’invita a purificare il nostro cuore affinché possiamo veramente riconoscerlo come nostro Signore.

Che cos’è che ci acceca? Merton dice: le nostre illusioni. Se vi è una parola che Merton usa ripetutamente, e con una certa predilezione, è illusione. Potremmo definirlo uno specialista in illusioni, non perché abbia cercato di mantenerle, ma perché ha cercato di smascherarle. Le tante illusioni di cui parla Merton possono ben essere riassunte in queste due: l’illusione di poter conoscere noi stessi e l’illusione di poter conoscere Dio.

L’illusione di poter conoscere noi stessi ci pone sulla via di una frenetica ricerca dell’io attraverso l’auto-realizzazione, l’auto-affermazione e l’auto-attuazione. È l’illusione per la quale ci preoccupiamo tanto di un’identità auto-acquisita da stare continuamente in ansia su ciò che facciamo paragonandoci agli altri e da avere a cuore il fatto che siamo distinti dagli altri in modo unico. È l’illusione che pone sulla strada della competizione, della rivalità e infine della violenza. È l’illusione che fa di noi dei conquistatori che lotteranno per il loro posto nel mondo anche a spese degli altri. Questa illusione porta alcuni di noi a un nervoso attivismo, alimentato dalla convinzione che noi siamo il risultato del nostro lavoro. Questa medesima illusione porta altri a una morbosa introspezione, nata dal presupposto che noi siamo i nostri più profondi sentimenti e le nostre più profonde emozioni. In tutti gli scritti di Merton sulla contemplazione si cerca di smascherare questa illusione profondamente radicata. Noi non siamo come crediamo di essere, ma come Dio ci conosce. Non siamo ciò che possiamo acquistare o conquistare, ma ciò che abbiamo ricevuto. Non siamo il denaro che guadagniamo, gli amici che ci facciamo o i risultati che otteniamo; siamo invece quello che Dio ha fatto di noi nel suo infinito amore. Finché continuiamo a girare in tondo, cercando ansiosamente di affermarci o di essere affermati dagli altri, rimaniamo ciechi a Colui che ci ha amati per primo, dimora nel nostro cuore ed è davvero il nostro vero io.

La seconda illusione è di poter conoscere Dio, di poter dire con precisione chi Dio è e quale sia la volontà di Dio per noi e per gli altri. Questa è la grande illusione che ci mette sulla via dell’autogiustificazione e dell’oppressione. È l’illusione che fa pensare ai bianchi di sapere ciò che è bene per i neri, ai ricchi di sapere ciò che è bene per i poveri, agli uomini fa pensare di sapere ciò che è bene per le donne. È l’illusione del dominio, l’illusione secondo cui saremmo padroni del nostro destino e potremmo quindi esercitare un potere illimitato e chiedere un’ubbidienza incondizionata. È l’illusione che porta ad Auschwitz, a Hiroshima e a Jonestown. Thomas Merton c’invita a una consapevolezza sempre più profonda della incomprensibilità di Dio. Egli smaschera a ogni passo l’illusione di conoscere Dio e ci libera quindi perché possiamo vedere il Signore in modi sempre nuovi e sorprendenti. Nelle preghiere, negli studi e nelle meditazioni di Merton tutto lo porta all’umile riconoscimento del grande abisso tra il “tutto” di Dio e il “nulla” degli esseri umani, e alla grata consapevolezza che Dio nella sua misericordia ci raggiunge oltre l’abisso e ci abbraccia nel suo amore.

Siamo cosi chiamati a strappare le bende delle nostre illusioni, che portano alla violenza, all’oppressione, all’odio e all’avidità. Così facendo, diventiamo contemplativi, gente che vede la venuta del Signore in mezzo alla vita di ogni giorno.

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UNA PROPOSTA PER LA PREGHIERA

Raccogliti  per qualche minuto e chiedi a Dio la grazia del silenzio interiore. Quindi leggi lentamente il brano tratto dalla seconda lettera di Pietro (3,8-14)  e lascia che ogni parola echeggi nel tuo cuore.

8Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. 9Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. 10Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. 11Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, 12mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! 13Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.
14Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.

Dopo una breve pausa di silenzio, concludiamo la nostra preghiera con le parole di John Henry Newman.

Maria silenziosa,
che tutto immaginasti senza parlare,
oltre ogni visione umana,
aiutami ad entrare
nel mistero di Cristo
lentamente e profondamente,
come un pellegrino arso di sete
entra in una caverna buia
alla cui fine oda un lieve correr d’acqua.
Fa’ che prima di tutto m’inginocchi
ad adorare,
fa’ che poi tasti la roccia
fiducioso,
e m’inoltri sereno nel mistero.
Fa’ infine ch’io mi disseti
all’acqua della Parola
in silenzio
come te.
Forse allora, Maria,
il segreto del Figlio Crocifisso
mi si rivelerà
nella sua immensità senza confini
e cadranno immagini e parole
per fare spazio solo all’infinito.

PREGHIERA CONCLUSIVA

O Padre, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siamo fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA MARIANA

Regina del cielo, rallegrati, alleluia:
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.